Di Andrea Morniroli ospite a Tutta la Città ne parla – Radio Rai 3
Al centro di un’agenda per il futuro del paese assume grande centralità il tema dell’istruzione di ogni grado, dalla scuola primaria all’Università. E’ possibile avanzare idee e proposte in questo senso, partendo dalla centralità della scuola pubblica e dall’importanza dell’uguaglianza in campo educativo. All’incontro a Camogli (1-2 febbraio) il ForumDD porterà il suo contributo su questi punti.
Dopo il biennio dedicato alla disuguaglianza di ricchezza a cui il Forum ha dedicato il Rapporto 15 proposte per la giustizia sociale, il prossimo biennio di lavoro sarà incentrato sul tema istruzione. Crediamo che al centro della riflessione debba starci la scuola pubblica e che sia forte la necessità di assumere uno sguardo critico e netto nel segnalare le carenze e le urgenti necessità di aggiornamento, rivisitazione e innovazione, inserendo questo ragionamento e le proposte che ne discendono dentro una cornice di tutela e promozione della funzione della scuola pubblica.
Altrettanto urgente e necessario è porre al centro dell’attenzione i temi relativi all’uguaglianza in campo educativo che sono propri del diritto allo studio per tutti e ciascuno, che è ancor oggi la prima missione della scuola pubblica, ancora più in un’epoca di cambiamenti globali che tendono a trasformare l’apprendimento sulla base dei mutamenti radicali del lavoro e della conoscenza. Non vi può essere credibile innovazione senza attenzione alla promozione dell’uguaglianza effettiva all’inizio della vita e che è inaccettabile per una democrazia e contrario alla prospettiva dello sviluppo sostenibile che i figli dei poveri abbiano molte meno probabilità di finire bene la scuola e di imparare.
I dati purtroppo ci dicono, in modo incontrovertibile, che la scuola italiana, negli ultimi 25 anni, ha fortemente rallentato la sua funzione di promozione sociale e culturale. Dunque, abbiamo tutti il compito di denunciare e porre rimedio al fatto che ancora oggi “il principale problema della scuola italiana sono i ragazzi/e che perde” e che, purtroppo, nel nostro paese, chi cade fuori precocemente dal diritto all’istruzione e chi ottiene i peggiori risultati in termini di apprendimento è quasi sempre un ragazzo/a di famiglia povera che, così, conoscerà, con ogni probabilità, un condizionamento negativo precoce delle possibilità di sviluppo personale, contributo alla formazione della comune ricchezza, alla coesione sociale e alla partecipazione democratica.
Noi constatiamo – e segnaliamo come grande questione nazionale – l’aumento delle disuguaglianze in campo educativo e formativo tra aree deboli e aree forti del paese e tra scuole, classi e bambini. Sono fenomeni che vanno analizzati con rigore perché oggi minano la coesione sociale e territoriale e lo sviluppo del Paese. L’Italia ha, sì, mostrato grandi capacità di inclusione esercitate da scuole e docenti. Del resto, vi è il giudizio positivo dell’OECD sulle capacità della scuola italiana di includere minori stranieri e con disabilità e bisogni educativi speciali nella vita quotidiana e ordinaria della scuola – un fattore di sicuro orgoglio per il nostro sistema d’istruzione e formazione e che va difeso.
Al tempo stesso è evidente che hanno pesato e pesano gli imponenti tagli agli investimenti in educazione a partire, in particolare, dal 2008/2009, tagli che sono stati solo in parte recuperati con la legge 107/2015 i cui principali stanziamenti sono, però, stati concentrati sulla immissione in ruolo dei docenti precari più che sulla funzione di promozione sociale e al successo formativo in teso in via egualitaria della scuola pubblica. E non può essere dimenticato che, come è noto, le agenzie internazionali hanno da tempo segnalato una limitazione di investimenti nella nostra scuola pubblica, università e ricerca. Insomma, la funzione complessiva di promozione sociale e culturale da parte della scuola è oggi indebolita rispetto ai primi decenni della storia della Repubblica e sono in spaventoso aumento fenomeni di esclusione di fatto dal diritto allo studio e di ghettizzazione e segregazione educativa inaccettabili.
Dobbiamo purtroppo constatare che lo stato, nelle sue diverse articolazioni e la politica di ogni parte non hanno, ad oggi, saputo prospettare una seria agenda nazionale atta a contrastare con azioni di sistema questi fenomeni e non hanno ben indirizzato e ottimizzato le risorse atte a rendere effettivo, per bambini e ragazzi, l’art. 3 della Costituzione. Questo è il compito prioritario che il Paese ha in campo educativo, che richiede, urgentemente, di riportare il rapporto tra investimenti in istruzione e PIL almeno entro la media dell’UE dedicando speciale attenzione a promuovere un’agenda nazionale di discriminazione positiva ben coordinata e prolungata nel tempo.
Il ForumDD, coerentemente alla sua missione, crede nella costruzione di ponti tra idee diverse su temi cruciali per favorire la giustizia sociale e il pieno sviluppo della persona umana. Con questo intento alcuni membri (Fabrizio Barca, Andrea Morniroli e Marco Rossi Doria) parteciperanno all’evento Dare ai giovani gli strumenti della libertà Un Forum internazionale per ripensare la scuola che si svolgerà a Camogli il prossimo 1-2 febbraio nell’ambito del Festival della Comunicazione, nato 6 anni fa da un’idea di Umberto Eco. Una due giorni, come scrivono gli organizzatori nella nota, “dedicata al rinnovamento della scuola pubblica come priorità strategica per il nostro Paese, per dare nuova forma al sistema educativo, alla luce della trasformazione in atto, che investe non solo i mercati ma la società nel suo insieme: il rinnovamento dei processi produttivi, le nuove professionalità, i gap cognitivi e conoscitivi da colmare, l’acuirsi delle disuguaglianze e dell’incertezza di fronte al crescere della complessità, le opportunità offerte da ricerca e innovazione tecnologica per accrescere la giustizia sociale”.
L’incontro, come si legge nella nota degli organizzatori, “si concluderà con la stesura di un documento di sintesi, che raccoglierà gli allarmi e le criticità ma anche le tante risorse a disposizione del sistema educativo attuale, gli asset da potenziare, gli spunti dall’estero, le buone pratiche locali da estendere a livello nazionale e un quadro dei punti di convergenza ovvero di confronto aperto in merito alle priorità di azione nel breve e nel lungo termine”.
Fonte: https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/il-problema-della-scuola-sono-i-ragazzi-che-perde/